di Emiliano Tognetti
Si è conclusa ieri sera, con il concerto di Noa, l’edizione 2024 del Balagan Cafè. L’iniziativa a cura della Comunità Ebraica di Firenze, è un’iniziativa di dialogo ed approfondimento che si protrae da 13 anni. Ieri sera, la chiusura dell’edizione di quest’anno, che ha visto la presenza della famosa cantante, è stata organizzata al Teatro Verdi, a causa del rischio di maltempo.
Noi di 7Gifts.org, eravamo alla serata conclusiva ed abbiamo rivolto qualche domanda a Noa. Di seguito la versione italiana dell’intervista e poi l’originale in inglese.
Buona lettura:
Noa, sei una cantante affermata e la tua musica è conosciuta da molti. Ripercorrendo con la memoria la tua carriera, qual è il tuo primo ricordo con la musica? Chi o che cosa ti ha ispirato a intraprendere questa professione?
Ho iniziato a scrivere poesie e comporre musica in tenera età, in realtà mi sono interessata al canto solo per dare voce alle idee e alle melodie che avevo in testa. La mia voce è sempre stata uno strumento al servizio delle idee, da quando avevo 7 anni, una ragazza yemenita/israeliana magra e intelligente con occhiali e trecce che studiava in una scuola religiosa a New York, e ho iniziato a scrivere canzoni su Dio, senzatetto, sogni e scarafaggi 🙂 Ho cantato nel coro della scuola ed è stato il mio insegnante di musica, Avshalom Katz, a notare per primo il mio talento e a organizzare una registrazione professionale delle mie canzoni. Ma non mi sono interessata alla musica come carriera fino all’età di 19 anni, quando ero già tornata in Israele e stavo scontando il mio periodo obbligatorio nell’esercito come cantante in una banda militare. Fu allora che notai che la mia voce aveva la capacità unica di aprire i cuori di coloro che sono più induriti, di coloro che sono stanchi, che costruiscono muri di protezione attorno a loro, soldati che non vedono le loro case da settimane, che hanno dovuto affrontare le situazioni più difficili… vidi la mia voce aprire le porte dei loro cuori e abbattere i muri che avevano costruito… allora capii che avevo qualcosa di speciale da dare e decisi che questa doveva essere la mia vocazione, la mia missione.
Nella tua musica, c’è qualche canzone a cui sei particolarmente legata? Se sì, perché?
Non c’è una canzone in particolare, le amo tutte davvero. Canto solo ciò che amo. Non faccio un album ogni anno, né seguo i “diktat” dell’industria musicale, per la quale ho molto poco rispetto perché si concentra solo sui soldi e non sul vero valore. Seguo il mio cuore. Canto per la pace perché è importante per me, perché ci credo. Ho scritto canzoni che esplorano le stanze nascoste dell’anima umana, che cercano di rivelare la bellezza dietro il trauma, l’amore dietro la perdita, la forza e la luce dietro la debolezza e il dolore. Scrivo musica per poesie, faccio cover improbabili di canzoni che mi incuriosiscono, ho registrato canzoni napoletane e ho lavorato con orchestre… Sono curiosa e seria in quello che faccio. Cerco, con tutto il mio sforzo, di dare al pubblico qualcosa di valore e bellezza. Ho lavorato con Gil Dor, un grande maestro della musica, per tutti i 34 anni della mia carriera! Che grande fortuna! Ciò che mi rende felice e più orgogliosa è sapere che una canzone che ho scritto o eseguito ha aiutato qualcuno in un momento difficile della sua vita, lo ha aiutato ad affrontare un trauma, il dolore, una perdita, un cuore spezzato, momenti bui… per me, questo è il dono più grande di tutti e sono profondamente grata per questo onore.
Sei diventata particolarmente celebre in Italia per “Beautiful That Way, tema principale della colonna sonora del suo film “La vita è bella”, scritta da Nicola Piovani. Che ricordo hai di quell’esperienza?
Ho molti bei ricordi. Innanzitutto, sono rimasta molto “scioccata” e onorata quando mi è stato chiesto di scrivere il testo del tema principale della colonna sonora di Nicola Piovani e di registrare una canzone per questo fantastico film premiato con l’Oscar. Poi, la discussione con Nicola, quando sono riuscita a convincerlo che non il tema principale ma quello secondario era quello più adatto per il testo e la voce! E lui ha accettato, grazie a Dio!! Ero molto nervosa, perché avrebbe potuto facilmente dirmi di “tornare a casa”, ero un’artista giovane e praticamente sconosciuta e lui era già una grande star e avrebbe potuto essere mio padre…! Ma non l’ha fatto! Ha accettato il mio suggerimento e il mio istinto e ancora oggi siamo entrambi così felici che l’abbia fatto! Ricordo il processo di scrittura del testo insieme a Gil, che ha scritto la versione ebraica… e i brividi che ho sentito lungo la schiena quando ho scritto e cantato per la prima volta il verso “sorridi, senza una ragione per cui”!.. Ricordo anche la prima telefonata che ho ricevuto da Benigni dopo che Gil e io abbiamo iniziato a registrare la canzone… gli è piaciuta così tanto!! Mi ha urlato all’orecchio nel suo inglese buffo con quel forte accento italiano e per me è stato uno dei momenti più felici della mia vita! Da allora, Nicola e io siamo stati molto amici e abbiamo condiviso il palco molte volte, infatti il 3 settembre sarò presente e mi esibirò a una cerimonia di premiazione a Capri che renderà omaggio a Nicola, che amo profondamente. La canzone “beautiful that way” è stata tradotta in molte lingue e ha toccato milioni di vite, inclusa la mia, che è stata trasformata dal potere del messaggio incarnato nel film e nella canzone: non esiste male che la bellezza, la luce e l’amore dello spirito umano non possano sconfiggere!
Nella tua musica, quest’anno compie 30 anni una tua canzone “Ave Maria”, ci spieghi il significato che ha questo brano per te? E che messaggio può darci a 3 decenni di distanza?
È una preghiera pura e universale per la pace. Dice semplicemente: i simboli della religione organizzata non significano nulla, se non si manifestano nei nostri cuori come azione. Ciò che dovrebbe essere così ovvio, tutte le cose viventi che esistono in armonia, non lo è… e sembra sempre più lontano dalla nostra portata mentre la guerra infuria senza sosta. Dobbiamo coraggiosamente fare un passo avanti, uscire dalla linea, anche se significa andare contro la maggioranza (il che non è sempre giusto!), e controcorrente… e dire “amen”… alla pace, alla luce, all’amore.
La musica può essere uno strumento per arrivare a conoscere ed amare Dio? Sé sì, perché secondo te?
La musica e Dio, nella loro forma più pura, sono la stessa cosa: amore.
Sei molto attiva in eventi con altre religioni, in particolare quella cristiana. Secondo te, come e perché la musica aiuta meglio di tanti altri canali ad arrivare a momenti di pace?
Non è esatto dire che “sono molto attiva negli eventi religiosi”, ma ho un rapporto speciale con il Vaticano, poiché sono stata la prima cantante ebrea a esibirsi lì, 30 anni fa, per Papa Giovanni Paolo II, poi per Benedetto e infine, diverse volte, per Francesco, che adoro. Sono onorata che la mia voce possa essere uno strumento per rompere i muri tra le religioni e illuminare la nostra comune umanità e il potere del nostro amore. Io stesso non sono religiosa, anche se credo in Dio… forse non il Dio che descrivono le religioni monoteiste, ma il Dio che è in tutti gli esseri viventi, il potere creativo, l’immenso amore. Sento anche un’affinità speciale con l’Ordine Francescano, il cui messaggio di modestia, umiltà, semplicità, connessione con la natura e amore, risuona profondamente nel mio cuore. Sono felice di esibirmi in un evento a Bologna il 24 settembre, insieme alla mia collega palestinese Mira Awad, organizzato dai miei amici francescani.
C’è una canzone, o più canzoni, nel tuo repertorio che parlano del superamento del pregiudizio, dello stigma sociale verso il prossimo? Se sì, ci puoi dire quelle che per te sono le più significative? e quali messaggi veicolano?
Ci sono molte canzoni, tra cui “There must be another way” che ho scritto e interpretato all’Eurovision 2009, insieme alla cantante palestinese Mira Awad. Inoltre, tutte le mie nuove canzoni, quattro delle quali eseguirò a Firenze, parlano profondamente di questi temi.
Quanto pensi che la musica oggi, possa essere veicolo e strumento di pace? Che testimonianza vuoi lasciare con il tuo repertorio alle generazioni che verranno e che ascolteranno sicuramente i tuoi brani, anche quando il viaggio su questa terra avrà raggiunto la sua pienezza nel Cielo?
La musica è un modo incredibile per trasmettere e illuminare la nostra comune umanità. Sono giunta a credere che le canzoni non siano scritte da una persona o dall’altra, ma piuttosto siano canalizzate attraverso coloro che sono stati scelti per quello scopo, coloro a cui sono stati dati gli strumenti, le competenze e la sensibilità per scoprire le canzoni e trasmetterle agli altri. Prego che le canzoni che sono venute attraverso di me continuino ad essere cantate da persone in cerca di una via d’uscita, come ero e sono ancora io, coloro che cercano di abbattere i muri e costruire ponti, di essere la luce che vogliono vedere, di fare coraggiosamente affermazioni che, a volte, vanno controcorrente ma che dicono una profonda verità su chi siamo e dove vogliamo andare… Sona grato per il viaggio che ho fatto e per i tanti amici con cui ho camminato e giocato; non vedo l’ora di diffondere sempre più luce, mentre vado avanti in questa vita, finché io stessa non scomparirò in quella Grande Luce.
English version:
Noa, you are an established singer and your music is known by many. Looking back over your career, what is your first memory with music? Who or what inspired you to take up this profession?
NOA: I started writing poetry and composing music at a very young age, I actually got interested in singing only in order to give a voice to the ideas and melodies I had in my head. My voice was always an instrument in the service of ideas, since i was 7, a thin, brainy Yemenite/Israeli girl with glasses and braids studying in a religious school in NY city, and stared writing songs about God, homeless people, dreams, and cockroaches 🙂 I sang in the school choir and it was my music teacher, Avshalom Katz, that first noticed my talent and arranged a professional recording of my songs. But I was not intetersted in music as a career until age 19, when I had already returned to Israel and was serving my mandatory time in the army as singer in a military band. That is when and I noticed that my voice had the uniqe ability to open the hearts of those who are most hardened, those who are tired, who build walls of protection around them, combat soldiers who had not seen their homes for weeks, who had to deal with the most diffiult situations… I saw my voice open the doors of their hearts and break the walls they had built… I realized then that I had something special to give and decided that this must be my calling, my mission.
In your music, is there any song you are particularly attached to? If so, why?
There is not one song, I truly, love them all. I only sing what I love. I don’t make an album every year, nor do I go by the “dictates” of the music industry, which I have very little respect for as it focuses solely on money and not on true value. I follow my heart. I sing for peace because it matters to me, because I believe in it. I have written songs that explore the hidden chambers of the human soul, that try to reveal the beauty behind the trauma, the love behind the loss , the strength and light behind the weakness and pain. I write music to poetry, I do unlikely cover versions of songs that intrigue me, I have recorded Neapolitan songs and worked with orchestras…I am curious and serious about what I do. I try, with all my mite, to give the audience something of value and beauty. And, I have worked with Gil Dor, a great master musician, for all of the 34 years of my career! What great fortune! The thing that makes me happies, and most proud, is knowing that a song i wrote or performed has helped somebody in a difficult moment of their life, helped them to deal with trauma, pain, loss, a broken heart, moments of darkness….for me, that is the greatest gift of all and i am so deeply grateful for that honor.
You became particularly famous in Italy for “Beautiful That Way”, the main theme of the soundtrack of the film “Life is Beautiful”, written by Nicola Piovani. What memories do you have of that experience?
I have many beautiful memories. First, how shocked and honored I was when I was asked to write lyrics to the main theme of the sound track by Nicola Piovani, and record a title song for this amazing , Oscar award winning film. Then, the discussion with Nicola, when I managed to convince him that not the main theme but the secondary theme was the one better suited for lyrics and voice! And he agreed, thank God!! I was very nervous, because he could have just as easily told me to “go home”, I was a young, pretty much unknown artist and he was already a big star and could be my father…! But he did not! He accepted my suggestion and instincts and to this day, we are both so happy he did! I remember the process of writing the lyrics together with Gil, who wrote the Hebrew version…and the chills up my spine I felt when I first wrote and sang the line “smile, without a reason why”!..I also remember the first phone call I got from Benigni after Gil and I sent to recording of the song…he loved it so much!! He yelled in my ear in his funny English with that heavy Italian accent and for me it was one fo the happiest moments of my life! Ever since, Nicola and I have been the closest of friends and shared the stage many times, in fact on Sept 3 i will be present and performing at an award ceremony in Capri that will honor Nicola, whom i love dearly. The song “beautiful that way” has been translated to many languages and touched millions of lives, including my own, which has been transformed by the power of the message embodied in the film and song: there is no evil that the beauty, light and love of the human spirit cannot overcome!
In your music, this year your song “Ave Maria” turns 30, can you explain the meaning of this song for you? And what message can it give us after 3 decades?
It is a pure and universal prayer for peace. It says, simply: the symbols of organized religion mean nothing unless they are manifest in our hearts as action. What should be so obvious, all living things existing in harmony, is not…and seems farther and farther from our reach as war rages on and on. We must bravely step forward, out of the line, even if it means going against the majority (which is not always right!), and against the grain….and say “amen”..to peace, to light, to love.
Can music be a tool to come to know and love God? If so, why do you think so?
Music, and God, in their purest form are one and the same: love.
You are very active in religious events, especially Christian ones. In your opinion, how and why does music help better than many other channels to reach moments of peace?
It is not accurate to say that I am very active in religious events, but I do have a special relationship with the Vatican, as I was the first Jewish singer to perform there, 30 years ago, for Pope John Pau II, then for Benedict and finally, several times, for Francis, whom i adore. I am honored that my voice can be an instrument to break the walls between religions and illuminate our shared humanity and the power of our love. I am not religious myself, though i do believe in God.. maybe not the God that monotheistic religions describe, but the God that is in all living things , the creative power, the immense love. I also feel a special affinity to the Franciscan Order, whose message of modesty, humility , simplicity, connection to nature and love, resonate deeply in my heart. I am happy to be performing in an event in Bologna on September 24th, together with my Palestinian colleague Mira Awad, organized by my Franciscan friends.
Is there a song, or songs, in your repertoire that talk about overcoming prejudice, social stigma towards others? If so, can you tell us which ones are the most significant for you? and what messages do they convey?
There are many songs, among them “there must be another way” that I wrote and performed in Eurovision 2009, together with Palestinian singer Mira Awad. In addition, all of my new songs, four of which I will perform in Florence, speak deeply about these themes.
How much can music today be a vehicle and instrument of peace? What testimony do you want to leave with your repertoire to the generations to come and who will surely listen to your songs, even when the journey on this earth will have reached its fullness in Heaven?
Music is an incredible way to convey and illuminate our shared humanity. I have come to believe that songs are not written by one person or another, rather, are channeled through those who were chosen for that purpose, those who were given the tools and skills and sensitivity, to discover the songs and pass them on to others. I pray that the songs that came through me, continue to be sung by people on a quest, like i was and still am, those who seek to break the walls and build bridges, to be the light they want to see, to bravely make statements that sometimes go against the grain but speak a deep truth about who we are and where we want to go… I am grateful for the journey I have been on and the many friends I have walked and played with and look forward to shedding more and more light, as I go forward in this life, until I myself disappear into that one, great light.
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