Recensione di “Sorprendersi con Dio” di Alessandro Ginotta

di Emiliano Tognetti

“Sorprendente fu il libro e chi lo scrisse”, potrei dire, parafrasando il Sommo Poeta Italiano, Dante Alighieri.

E sorprendente è l’Autore di cui scrive Alessandro Ginotta, colui che si è posto le “Domande difficili, a cui ha voluto fornire risposte facili”: ovvero Dio.

Alessandro mi perdonerà, se gli faccio notare che non sono “risposte facili” quelle che offre lui al lettore, ma sono risposte “di senso” (nel senso che hanno danno “un senso” al lettore) e che le domande che lui pone, non sono “difficili”, ma sono “essenziali”, perché ti propongono di andare all’essenziale, a ciò che veramente conta: l’Incontro con il Dio, che vive nei Cieli e “si nasconde” nel cuore di ogni uomo, per svelarsi nella vita di ciascuno.

Questo che offre Alessandro, è un viaggio alla scoperta di Colui che è nascosto fra le pieghe della creazione stessa, che la permea e senza il Quale niente di ciò che è creato, può sussistere.

Perdonerete i miei giochi di parole, ma veramente nel suo libro, edito dalla TAU, Alessandro svela il “Nascosto”, che vive nei Cieli e per questo è “celato” agli occhi di chi non lo vuol vedere, perché rispetta profondamente la libertà di ognuno. 

E, in questo viaggio, si può fare un’esperienza dantesca, se lo vogliamo e non sto esagerando con i paragoni.

Questo perché, quello che viene offerto al lettore, da un libro all’apparenza “innocuo” e di facile lettura, è un percorso che può portare ad iniziare ad alzare la china verso il Cielo e verso quella parte di noi stessi, dove si trova il Creatore: il cuore di ogni uomo.

Dante, infatti, comincia un viaggio spirituale di natura esistenziale e dal padule infernale della sua vita, piano piano, con l’aiuto di Virgilio, risale la china dopo il grande abisso e si ritrova alla Vetta dell’Empireo nella meraviglia della Visione piena di Dio: questo è, in altre modalità, l’essenza del viaggio che ci propone l’autore di questo libro.

Partendo da alcune domande che ci possiamo porre, possiamo renderci conto di quanto la nostra vita possa essere “sprofondata” nel sentito dire o nelle credenze del luogo comune. Questa consapevolezza, piano piano, può aprirci gli occhi ed offrirci una “consolazione, una conversione ed una purificazione”, che possono poi portarci a svelare il Dio che si cela in ogni dove ed a poterne ammirare la bellezza già qui sulla Terra, in attesa di poterlo contemplare nei Cieli.

Ecco, “Sorprendersi con Dio”, può nuocere gravemente alla salute di chi non vede oltre la realtà e può provocare stupore in coloro che si lasciano mettere in gioco. Un consiglio: ne vale la pena, rischiare la “vita abitudinaria” per ri-sorprendersi con Dio!

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