Covid-19: castigo di Dio o opportunità di conversione?

di Jvan B. Aulino

In questo tempo di pandemia ciascuno di noi ha sperimentato l’importanza della cooperazione tra le persone al fine di trovare una soluzione comune per uscire da questo dramma che affligge da un anno il mondo.  Molti potrebbero essere portati a credere che quanto sta succedendo possa attribuirsi all’azione di Dio, il quale avrebbe deciso di punire gli uomini a causa dei loro peccati.

Una tale affermazione è ovviamente falsa, in quanto il Signore è bene infinito. Altra cosa è pensare invece che Dio abbia permesso questa pandemia per farci rendere conto di quanto sia necessario uscire dalla logica del mero consumismo che rende gli uomini schiavi e da quell’individualismo che tende ad isolare sempre di più le persone. In un momento storico in cui, a causa delle restrizioni del governo, siamo costretti a vederci limitate alcune libertà fondamentali è quanto mai importante volgere i nostri occhi sui bisogni dell’altro. Nell’enciclica “Fratelli tutti” il Santo Padre ci mostra l’esempio del buon samaritano, il quale si fa prossimo dell’uomo lasciato mezzo morto dai briganti. Prima di lui altri due uomini sono passati davanti al moribondo, senza fermarsi. Guarda caso si è trattato di un sacerdote e di un levita, due uomini senza dubbio non estranei al mondo della religione ebraica. Questa parabola raccontata da Gesù ai farisei del suo tempo mette in guardia ogni cristiano dal vivere una fede prettamente teorica ed intellettuale, senza il coinvolgimento del cuore. Oggi più che mai l’uomo è invitato a concedersi dei piaceri istantanei e a basso costo; questo gli fa perdere la dimensione relazionale che lo caratterizza: l’uomo è per sua natura un “animale sociale” e si realizza soltanto in rapporto con i suoi simili.

Non bisogna inoltre dimenticare che Il Covid ha aumentato il numero di coloro i quali chiedono aiuto alle Caritas diocesane, i molti anziani che vivono in completa solitudine onde evitare un contagio che per molti di essi potrebbe costargli la vita. Sono molti i fratelli che sono feriti ed attendono qualcuno che li possa accompagnare lungo il cammino, li possa curare o soltanto ascoltare. Occorre ricordare poi che tra le poche cose che è possibile fare durante questo lockdown spicca il volontariato, ragione in più per uscire e fare qualcosa di significativo per gli altri. In conclusione si può affermare che soltanto una fede viva ed operosa nel Cristo risorto è capace di dare senso alle nostre povere vite, altrimenti si corre il rischio di diventare cristiani tristi ed insipidi.

A noi la scelta!

Be the first to comment on "Covid-19: castigo di Dio o opportunità di conversione?"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*