Sguardo sul Vangelo: il discepolo e la sua vocazione missionaria

fonte dell'immagine: http://www.eccoituoibambini.it/commento-al-vangelo-7/

Di Jvan Aulino

Il brano evangelico, che mi piacerebbe porre alla vostra attenzione parla della chiamata dei settantadue discepoli.

Siamo nel capitolo 10 del Vangelo secondo Luca. Mi concentrerò per varie ragioni sull’analisi dei versetti che vanno dall’uno al tre e sul versetto nove che racchiude il nocciolo della missione. I primi tre:

Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: – La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe. Andate dunque: ecco, vi mando come agnelli in mezzo ai lupi.

Come prima cosa si può vedere come ogni discepolo, deciso a seguire il proprio Maestro, non viene mai inviato da solo, ma insieme ad un altro. Questo aspetto non deve essere trascurato, poiché nella Chiesa non c’è posto per i battitori liberi, ogni credente in Cristo si muove all’interno della dimensione ecclesiale.

Egli fa parte del corpo di Cristo in virtù del battesimo ed è accompagnato e supportato dai fratelli e nutrito spiritualmente con i sacramenti.

Successivamente, il Signore manda i suoi discepoli per preparargli la strada. Questo significa che ovunque noi ci troviamo dobbiamo agire in modo che il terreno sia pronto per la venuta di Gesù, sia quella alla fine dei tempi, sia quella quotidiana nella vita di ciascuno.

Molti non credenti prima della conversione, hanno visto la fede operosa di chi stava loro intorno; è vero che non siamo noi a convertire, ma quanto è importante dire una buona parola o fare il bene con gesti concreti!

Dopo aver raccomandato di pregare perché sorgessero nuovi discepoli, Gesù ci mette in guardia avvertendoci che saremo come agnelli in mezzo ai lupi. Questo indica che non sarà una missione facile, che potrà essere portata a compimento solo affidandoci a Lui.

Il versetto nove ci dice in concreto ciò che deve essere fatto per portare Cristo nel mondo.

Esso afferma di “guarire i malati che vi si trovano (in una casa)” e di dire loro: “È vicino a voi il Regno di Dio”.

Qui il Signore non parla soltanto di guarigioni fisica, ma soprattutto di quelle spirituali che spesso non permettono alla grazia di agire al meglio.

Per poter aiutare gli altri a guarire è importante che ognuno di noi abbia intrapreso un proprio percorso di guarigione, o almeno di consapevolezza dei propri difetti, così da evitare che entrambi affondino sempre più nel baratro.

Gesù poi ci chiede di annunciare il Regno e ciascun discepolo, secondo la propria condizione di vita, il suo lavoro ed altre variabili, non solo deve avvertire l’esigenza di proclamare la Morte e Resurrezione di Cristo per la nostra salvezza, ma deve adoperarsi perché tale realtà possa incarnarsi nella Chiesa e nella società.

Andiamo dunque!

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