di Emiliano Tognetti
L’evoluzione della tecnica e della tecnologia, così come di ogni scienza è sicuramente un fattore positivo. L’uomo può fare del mondo “un giardino o ridurlo ad un ammasso di macerie”, come disse San Giovanni Paolo II nel 2000.
Enrica Perucchietti, scrittrice e giornalista, autrice di ” Cyberuomo – Dall’intelligenza artificiale all’ibrido uomo-macchina — L’alba del transumanesimo e il tramonto dell’umanità” di Arianna Editrice ci avverte del pericolo di trasformare la tecnologia da un ausilio per l’uomo in un tentativo di arrivare ad una presunta immortalità oppore nell’idea che potrà “rivivere” in tempi e luoghi migliori del proprio presente.
Noi eravamo a Torino, al Festival internazionale del libro e abbiamo colto l’occasione per intervistarla.
Scusate se l’audio non è il top, ma eravamo in un contesto dove c’era veramente un grande rumore di fondo e di più non è stato possibile fare.
Buona visione!
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