Elia ed Eliseo (3° parte)

un ritratto a matita di Padre Gian Marco Mattei

di Padre Gian Marco Mattei

“La teofania del  Sinai, esperienza di Dio, vicino e pur trascendente” (1Re. 19)

Dio non è riducibile negli angusti spazi dei  nostri schemi!

Elia era stato intrepido e fedele alla sua missione profetica, ma di fronte all’ira della regina Gezabele che lo cercava a morte, dovette fuggire: attraversò così il deserto della prova”, come era avvenuto a Mosè, ricercato dal faraone.

Nella steppa, sfinito e sfiduciato, invoca la morte, ma un angelo lo conforta e lo rianima consentendogli il lungo pellegrinaggio verso l’Oreb, ove Dio si era  rivelato; un ritorno alle origini della fede per salvaguardare l’Alleanza e ristabilire la purezza della fede in Israele (Dio non ci nega mai il conforto della sua grazia e dei segni).

Il profeta pensa sicuramente al Dio grande e terribile che conosce le ostilità dei nemici e le spezza. Anzi, lo identifica con il Dio “zelante e geloso” della tradizione   (Es.20,5 ; Dt.4,24).

Entrò nella caverna per passare la notte” (v. 9).

Fino dalla preistoria la caverna è luogo di rifugio, di nascita e di morte, cioè di eventi misteriosi.

Ci furono i segni precursori della presenza di Jahwè : l’uragano, il terremoto, i lampi e  il bagliore di fuoco di un  vulcano (Es.19,20), ma Dio non era in essi.

Il profeta cercava l’Altissimo nel fragore violento ed Egli si rivela nel sussurro leggero della brezza, nel “mormorio di un silenzio che svanisce” (M. Buber). Intimità e amore sono le caratteristiche dell’incontro con Dio, mentre la sua giustizia si manifesta terribile negli ordini dati ad Elia contro i prevaricatori e coloro che si oppongono al volere divino.

Il Signore gli chiese: che fai qui Elia ? (v.9).

La Parola di Dio ci interpella continuamente e personalmente, mediante la vita e la storia, le ispirazioni, la mirabile vita della Chiesa, la Sacra Scrittura, e tramite quel libro aperto che canta la sua gloria : il creato. Ma, per sentire la sua voce occorre che si faccia in noi silenzio. Il Signore guida la vita e la storia con la forza del vento impetuoso, ma la sua provvidenza si manifesta nella serenità e nella pace. Così agisce Dio a cui Elia sta per andare incontro.  Il suo volto si lascia riconoscere nello scorrere delle ore e dei giorni da chi ha “l’occhio limpido e il cuore puro” (Mt.5,8) Un volto che, più che sollecitare la fantasia, il sentimento, i sensi, agisce nell’intelligenza, nella volontà e, soprattutto, nel cuore dell’uomo.

 Questo incontro cambia la fuga di Elia in missione.

Quando riconosciamo la nostra debolezza e ci affidiamo all’onnipotenza divina riceviamo la forza dall’alto : “Quando sono debole, allora sono forte” (2 Cor.12,10). È la “legge biblica dell’apostolato”, enucleata da S. Paolo.

Il Signore risponde punto per punto ai lamenti del profeta :

* Alla sua tentazione di abbandonare la missione, il Signore ne garantisce la continuità col suo aiuto e con la designazione del successore, Eliseo.

* Alla violenza della pagana Gezabele e dei suoi seguaci, il Signore risponde con l’ordine di conferire l’unzione regale di Hazael, re di Aram, che sarà il vendicatore.

* Al grido di solitudine di Elia :”Sono rimasto solo!”, il Signore rivela che una moltitudine di israeliti non hanno piegato la testa a Baal, cioè hanno conservato la fede javistica. Un re integro e un profeta fedele sono motivo di speranza nella continuità dell’alleanza e della elezione di Israele.

Anche Gesù riconobbe la fede della Cananea e ancor più quella del centurione di Cafarnao, ove gli altri neppure la supponevano!

Anche oggi ci sono tanti credenti umili, nascosti, e altrettanti, che giudichiamo diversi per religione e cultura, che sono uniti alla Chiesa visibile, invisibilmente, mediante la grazia dello Spirito Santo!

Elia ristabilisce l’alleanza di Israele con Dio.

La morte gloriosa e misteriosa di Elia è narrata nel cap. 2° del Libro dei Re, come: “rapito in un turbine di fuoco” : non si poteva esprimere meglio la convinzione che Dio avesse preso con sé chi aveva messo tutta la sua vita al suo servizio.  Il suo “rapimento” nel cielo potrebbe significare, non una morte comune, ma un incontro con Dio in un’estasi di amore!

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