di Emiliano Tognetti
Ad un mese di distanza dalla giornata giovani regionale del Rinnovamento nello Spirito della Toscana, non mancano di arrivare le testimonianze dei giovani partecipanti. Questa volta Chiara di Pistoia, ci offre la sua.
Buona lettura:
Ho trovato la convocazione regionale di Siena un’esperienza densa e positiva. La giornata è stata scandita da tantissime attività e momenti di preghiera, ma quelli che hanno lasciato spazio ad una serie di considerazioni più articolate, sono tre. Il primo riguarda la relazione di Angelo Brancaleone sul tema “Cercate me e vivrete” che mi ha interrogato, anche in maniera slegata da quanto il delegato nazionale dei giovani ha espresso, riguardo al mio utilizzo dei social che penso abbia bisogno di essere rivisto o quanto meno meriti una vigilanza più sveglia. Mi sono chiesta quanto effettivamente, questa continua rappresentazione di me sia un modo per “farmi due risate”, come ho pensato finora o se ha una radice nella ricerca di attenzione/creazione di un’immagine falsata che rispecchi quello che MI PIACE /sono/non sono/ forse sono? Il rischio è di scivolare in un uso che tende a renderlo un canale di idolatria cieca verso sé che non arricchisce, piuttosto che considerarlo strumento di comunicazione. Il momento per me più emozionante è stato sicuramente l’adorazione alla presenza viva di Gesù che si perpetua da alcuni secoli nella chiesa di San Francesco…mi ha fatto riscoprire quanto sia già un miracolo la presenza autentica che si rinnova tutti i giorni, durante ogni celebrazione eucaristica in qualsiasi luogo e che forse tendo a sminuire un po’ per abitudine. Infine, ho trovato la relazione di Salvatore Martinez su “Amoris Letitia” ricchissima di input sui quali lavorare e interrogarsi su temi quali la famiglia, l’educazione, di cui sono chiamata a rispondere come futura insegnante. Questo tema richiama una forte relazione con l’accoglienza di cui ha parlato nella dottrina della gradualità inserito in un discorso di accoglienza nei gruppi di nuove realtà mai incontrate prima nel corso della storia, fissando tre criteri intorno ai quali si costruisce una buona “ospitalità” e sono: il discernimento, caso per caso; l’accompagnamento, come gradualità nel far crescere e l’integrazione, come inclusione attiva che realizzi un sentirsi parte. Ho raccolto questo insegnamento come trasversale, mi ha arricchita professionalmente in quanto sarò alle prese con contesti classe sempre più eterogenei per bisogni educativi, background familiari, ecc. Mi ha fatto riflettere anche su quanta accoglienza abbia ricevuto, soprattutto all’inizio di questo percorso e quanto sia stato importante sentire che i deserti che mi portavo dentro venissero in qualche modo riconosciuti, rispettati e accettati, di conseguenza mi sono rimproverata per quanto poco mi riconosca accogliente verso gli altri e poco sensibile a restituire quanto ricevuto.
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